INTERVISTA A STEFANO GIUSEPPE SCARCELLA
Presidente di Giuria del Premio Letterario “Parole a Sud-Est” 2025
Come ti è nata la passione per i libri?
La lettura è stata da sempre una mia malattia, curabile soltanto con
altrettanta lettura. Ricordo che da ragazzino acquistavo in edicola le
raccolte a fascicoli, i tascabili, i romanzi. La prima relazione tattile-
sensoriale non poteva essere che una liturgia: sfogliavo e annusavo il libro
di turno, lisciavo la lucidità dell’inchiostro o la ruvidezza della carta.
Esploravo la copertina, centimetro dopo centimetro, ricercavo
informazioni sull’anno di pubblicazione e la casa editrice, sulla tiratura e il
numero di edizione, sull’opera inserita in copertina. Ero attratto dalle
indicazioni a caratteri minuscoli che si collocano ad inizio e alla fine di
ogni libro, e ad ogni copertina che passava sotto ai miei occhi immaginavo
il mio nome e cognome impresso in alto, la copertina dei miei sogni, con i
titoli scelti che scorrevano come sottotitoli di un film.
Ho letto diversi monumentali della letteratura italiana, molti autori
stranieri, riviste scientifiche e di arte; oggi mi dedico, soprattutto, alla
lettura di inediti ed editi contemporanei.
Alla fine, il mio primo libro è arrivato davvero: Gente di vita vita di terra,
un piccolo fascicolo di poesie grossolane, pubblicato nel settembre del
1998. Da lì è stato un crescendo e una formazione a ritmi sostenuti fino ai
risultati importanti raggiunti dal 2017 in poi, conquista dopo conquista
poiché nulla mi è stato regalato.
Da quando hai cominciato a scrivere?
Conservo ancora qualche diario scolastico (chi ricorda le mitiche
Smemoranda?). Mattoni su cui appuntavo le prime poesie, qualche
pensiero, brevi riflessioni. Parliamo degli anni della scuola secondaria di
primo grado, ma la vera impronta è stata posta ai tempi del liceo, quando
lentamente si formava uno spirito critico, si forgiava la sensibilità artistica,
si tentava il raggiungimento, ovviamente graduale, di una maturità greggia.
Sono stati anni infernali, per me. Anni in cui la poesia era cura e rifugio,
anni in cui l’unica via di uscita era quella di isolarsi, disprezzare una
famiglia multiproblematica, sperare e sognare una tranquillità che potevo
ritrovare solo nella mia cameretta, anche se non sempre un luogo di
garanzia di protezione e serenità.
Il tempo, poi, mi ha aiutato a capire che al lettore non interessano i tuoi
problemi e i noiosi patimenti, semmai è interessato a ritrovarsi nei tuoi
pensieri, agganciare il suo vissuto al tuo e sentirsi allineato alla stessa linea
di orizzonte: un dialogo muto, ma fondamentale, uno sguardo rivelatore.
Di cosa parla la tua ultima opera?
E’ una silloge poetica, Se la vita veste rumore, pubblicata nel gennaio
2025 da Officine Culturali Romane, inclusa nella collana I Sinestetici a
cura di Cinzia Baldazzi, e presentata al Palafiori di Sanremo nella
settimana del Festival della Canzone Italiana 2025 in quanto libro
selezionato da Casa Sanremo Writers.
Il filo rosso è quello del silenzio, una tematica su cui ci sono ritornato con
più forza dopo il progetto Nel Sacramento del Silenzio, edito nel 2017 per
GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. e la raccolta Sul mio corpo che trema, del
2019, pubblicata dalla Aletti Editore.
Se la vita veste rumore ripercorre esattamente tutti quegli stati
d’animo necessari a fare universo intorno a sé, per liberarsi dalle
croste sanguinanti di un quotidiano che non è più preghiera né
riflessione, che non è più ascolto né meraviglia del creato pacifico o
in pace col sentire umano.
Questa raccolta è un lavoro pignolo di riduzione dove anche i suoni, la
punteggiatura e le maiuscole, spesso, sono stati sottratti dal foglio bianco
così da permettere al lettore d’inchiodarsi ai suoi se e ai suoi ma, sui versi
dinamici, mortali o eterni, e fare esperienza d’amore col silenzio più
prezioso e sovrumano.
E' un’opera autobiografica?
C’è stato un periodo in cui mi sono occupato di anime, stelle, cielo e mare,
di bellezza e territorio. Ad un certo punto non mi sono più accontentato.
Ho iniziato a scrivere la mia storia, il mio tempo, l’attualità,
l’introspezione, utilizzando quella formazione di stampo letterario-artistica
e psicologico-filosofica che ogni tanto emerge sempre nei testi, questi
ultimi a volte aperti e immediati, spesso ermetici, quando ho voglia di
farmi inseguire e scoprire (purtroppo spesso).
Motivo per cui in ogni libro, direi in ogni poesia, c’è del mio sangue, del
mio vissuto, del mio sentire. E’ pur vero che, la poesia è ad alto impatto di
comunicazione quando parla di te, quando filtra il tuo corpo e quanto
contiene.
Parlaci di Stefano al di fuori della scrittura
Ho una famiglia con due figli adolescenti, credo di essere un padre attento
e presente (a volte fin troppo), come tutti perso e assorbito dalle difficoltà
del presente. Sono caratterialmente sensibile, ma anche un burlone da
come si evince dalla mia attività social. Credente e praticante quanto basta.
Adoro l’estate dei grandi eventi, quella salentina che tutti ormai
conosciamo, il buon cibo, l’amicizia e le serate in compagnia.
Viaggio spesso perché la scrittura necessita di incontri e condivisioni, di
momenti pubblici e celebrativi: attività legata anche alla mia presenza,
come giurato, in numerosi premi letterari che mi hanno regalato emozioni
da Torino all’Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina, passando
per le Sale del Carroccio e Laudato Sì del Campidoglio in Roma.
Mi occupo anche di musica in quanto Promoter Nazionale Talent Scout: ho
collaborato nelle edizioni 2024 e 2025 di Casa Sanremo Live Box.
Sono quasi pronto e formato anche come Project Manager Culturale per
cui, avrò a che fare con tutte quelle associazioni di promozione sociale
iscritte al RUNTS che intendono progettare e realizzare un evento
culturale, di medie e grandi dimensioni, e farselo finanziare con bandi
pubblici locali, regionali, nazionali ed europei.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Intanto, ho da presentare il mio ultimo libro in quelle comunità e città che
hanno voglia di ospitarmi.
Sto raccogliendo del nuovo materiale buttato su carta dal post Covid19 ad
oggi, per una prossima pubblicazione, abbastanza impegnativa direi: credo
sia arrivato il momento di osare e di fare un bel salto di qualità.
A breve comincerò a raccogliere del materiale (poesie e racconti) per un
progetto che ho intenzione di proporre e presentare direttamente a Roma,
ma al momento non posso aggiungere altro perché è in fase di
progettazione.
Ho ricevuto un ruolo e sono impegnato nella formazione come membro
partecipante al programma Team26 per la realizzazione dei Giochi
Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026.
Sto valutando opere arrivate a diverse segreterie di Premi Letterari che mi
hanno riproposto nelle loro giurie: in alcuni premi ho l’obbligo della
segretezza fino alla consegna delle valutazioni, ma posso anticipare che
sarò presente anche quest’anno al Concorso Letterario “Tre Colori”
abbinato al Festival Internazionale Cinematografico “Inventa un Film” di
Lenola (Latina).
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