INTERVISTA ALL'AUTORE ROMANO FEDERICO S. MERCURIO
-Come ti è nata la passione per i libri?
Ho cominciato a leggere libri già a sei anni; credo che il primo che ho letto fosse Gian Burrasca e subito mi sono appassionato sia a leggere che a scrivere. Ho scritto milioni di parole in fila (lettere, commedie, racconti, riflessioni, saggi) e purtroppo ho iniziato a conservarne solo pochi anni fa e comunque ho una cartella nel pc che si chiama “miei scritti” con quasi 2 giga di testi miei. Da quando sono in pensione (4 anni) scrivo in modo sistematico tutti i giorni almeno 4 ore e leggo per altre 4.
-Di cosa parla “UN GIORNO UNA SETTIMANA UN MESE?”
È un giallo con finale a sorpresa.
Lui è accusato di duplice omicidio, va in
galera, poi in clinica psichiatrica e non sa se riuscirà mai ad uscire.
Tutta la vicenda si dipana nei 38 giorni di cui al titolo e il
protagonista si specchia nella propria disperazione e si fa
travolgere dagli eventi sprofondando sempre più nella depressione
maniacale ma non smette mai di guardarsi dentro e analizzare le
proprie emozioni, per quanto terribili possano sembrargli. Riuscirà a trovare una via d'uscita?
-È un’opera autobiografica?
Si e no. Alcune cose descritte sono successe davvero. Ma ovviamente io non ho mai ucciso nessuno e la mia ex moglie è viva e vegeta; né sono mai stato in galera. È vero che sono diabetico, obeso e sono stato ricoverato in clinica psichiatrica per due periodi nel 2010. Tutta la parte relativa al crimine e alle relative investigazioni è inventata e frutto della mia fantasia. Le emozioni, raccontate ogni tanto dal protagonista di se stesso o dagli altri di lui, sono invece realmente frutto della mia esperienza di vita.
-A quali lettori si rivolge in particolare?
Intanto direi che il romanzo è diretto solo ad un pubblico adulto. Dopodiché non credo che ci sia un target particolare; credo che il romanzo possa incontrare il favore dei lettori in modo trasversale. Naturalmente il lettore non deve aver paura di mettersi a nudo per ritrovarsi nelle tribolazioni del protagonista e sperare insieme a lui che la felicità torni protagonista. Credo che il lettore debba essere disponibile a fare un percorso di revisione tale da commuoversi con Federico e gioire con Federico.
-Parlaci di Federico al di fuori della scrittura.
Il romanzo descrive un
personaggio Federico che è esattamente la copia del Federico
scrittore. Come detto prima, i “fatti” del romanzo sono
inventati. Il “personaggio” invece sono io.
Sono
ormai un pensionato, quasi invalido per via degli incidenti in moto,
ex atleta (ho corso in bicicletta per tanti anni), come il nostro
protagonista padre di due figli che hanno l’età dei suoi. Ho pochi
amici con i quali però sono davvero molto legato. Del Federico
attuale, al di fuori della scrittura, c’è davvero poco da dire.
-Quali sono i tuoi progetti futuri?
Più che progetti
parlerei di sogni; la cosa che mi piacerebbe più di ogni altra
sarebbe portare in scena la mia ultima commedia. Preparare uno
spettacolo (non da regista naturalmente ma da autore) è la cosa che
mi diverte di più, come vedere con i propri occhi il pubblico che
applaude e si diverte.
Vorrei anche continuare a pubblicare le mie
cose: ho terminato il secondo romanzo e sto terminando il terzo
(almeno un anno ancora).
Mi piacerebbe essere ricordato per qualcosa per il quale valga la pena non dimenticare.
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