INTERVISTA ALL' AUTRICE MARIA VIRGINIA BASILE

 INTERVISTA AUTRICE: MARIA VIRGINIA BASILE

Buongiorno a tutti, quest'oggi ho il piacere di intervistare la bravissima autrice Maria Virginia Basile, giurata del Premio Letterario "Parole a Sud-Est"


intervista autrice a maria virginia basile



1- Come ti è nata la passione per i libri? Penso che sarebbe stato strano se non mi fosse venuta, leggevano tutti a casa mia, dai nonni a mio padre, che amava molto i classici, mia madre, i miei fratelli. Ero contornata da tanti libri, di ogni genere. Del resto, basterebbe ricordare che, per la mia generazione, si usava regalare libri di narrativa per le occasioni di festa. 

2- Da quando hai cominciato a scrivere? Ero molto piccola. appena presa la penna in mano e capace di comporre frasi minime, ho iniziato a comporre favolette, dedicate a mia sorella maggiore; è stata la mia prima musa. 

3- Di cosa parla la tua ultima opera? Si tratta di un romanzo, piuttosto breve, il cui titolo è ‘Finestra su interno’. Penso che i temi sottesi alle dinamiche di narrazione siano più di uno, accennati, lasciati spesso lì, come questione aperta, talvolta senza una mano che imprima forza, intendo risolutiva da parte del narratore; è in me un tratto spontaneo, probabilmente desidero invitare all’interpretazione e alla riflessione personale. Tuttavia, il tema che ritengo essere il clou, da cui parte tutto, è la ‘realtà della verità apparente’, strano il gioco di parole, ma vero. È da questo punto che si originano tutte quelle interpretazioni, spesso false perché parziali e anche malevole, di chi coltiva sempre e solo la propria verità, macchiata da un profondo individualismo; attraverso la storia, interpretata dalla protagonista, figura riepilogativa di Tutti e Nessuno, vengono fuori il tema del pregiudizio, della solitudine profonda dell’individuo che giudica se stesso in relazione all’altro e sente di essere provato dalla vita ingiustamente; a conti fatti, una sorta di perdente… categoria umana inesistente, ma ben delineata da schemi sociali del nostro tempo. 

4- È un'opera autobiografica? Non credo. Penso che la scrittura sia il prodotto di tanti vissuti, rielaborazione di pezzi di vita, di idee e di pensieri, ma l’autobiografia è ben altro, per quanto apprezzabile, devo dire che non mi coinvolge; sono invece attratta dall’indagine nelle relazioni, è l’altro da me che mi interessa, nella possibilità del comunicare. Come si comunica? Le parole riescono a farlo completamente? Quanto è vera la comunicazione? Quanto, invece, inquinata da sentimenti passivi, stagnanti, contrari, dall’incapacità di scavalcare le proprie piccolezze? Del resto, se si esce fuori da una dimensione dialogica dello scrivere, non c’è prodotto artistico, c’è un girare intorno a se stessi, che ritengo inutile, senza crescita; siamo fin troppo auto-referenti o auto-riferiti, oserei dire, o cose di questo genere; ciò è ovviamente il mio pensiero. La comunicazione, quella vera, autentica, fatta di profonda comprensione, di compassione e a volte di empatia – termine piuttosto svilito ultimamente, per una certa frequenza nell’uso che lo rende meno significativo e profondo – è ciò che mi appassiona, la capacità di mettersi in una dimensione comunicativa vera, pregnante, che riesca a svelare il sé più profondo e il tu, realtà sconosciuta. È attraverso il Tu che capisco il mio Io. La narrazione induce a una sorta di riflessione, che diventa appannaggio di un Tu che legge e che porta con sé un io. 

5 -Parlaci di Maria Virginia al di fuori della scrittura. Apprezzo questa domanda perché rivela interesse verso la persona, pare che dica chi sei davvero? Oltre alla scrittura, chi sei nella realtà? In modo non polemico, ma che implichi la certezza di un’attività enorme e diffusa dello scrivere di oggi, potrei intravedere in ciò una sorta di separazione tra l’attività di scrittura e la realtà. Come se scrivere fosse ergersi da una situazione di normalità alla quale siamo tutti, pare, condannati; aggiungerei, spesso fortunatamente. Il motivo per cui non penso che scrivere debba coincidere con la presenza in toto dello scrittore, intendo della sua vita e delle sue vicissitudini, altrimenti siamo alla presenza di un enorme contenitore di problematiche di ogni genere che esulano dalla letteratura, se trasmesse con la volontà di parlare del sé, mi porta a pensare che chi scrive, l’autore, è solo una persona che ama raccontare, che gioca con le parole per un puro gusto estetico, fatto di armonia di suoni, segni, significante e significato, e di sana curiosità, che pensi alla vita come un’immensa sorgente di ispirazione. Visto così, inquadro la capacità di scrivere in modo significativo tra i vari talenti; attenzione, non parto da un principio di esclusività, tutt’altro, sono convinta che i talenti siano tantissimi e soprattutto gratuitamente donati, una sorta di corredo di nascita. L’étincelle della genialità, anch’essa inquadrata in un senso contenuto e commisurato all’uomo, fa la differenza; come spiegarsi la capacità di mettere insieme tratti e pennellate e creare capolavori? Come non vedere genialità e gratuità insieme nella maestria di usare scalpello e far venire fuori meraviglie artistiche? I talenti non ci rendono persone speciali, i talenti appartengono a tutti, in modo diverso; sono da scoprire, accogliere e mettere a frutto, senza presumere di essere unici. Per cui, rispondendo alla domanda, penso che Maria Virginia sia una docente di lingua e letteratura inglese, una traduttrice, una che scrive perché ne sente l’impellenza, mai a tavolino, ma di fretta, non quella dettata dai tempi frenetici che subiamo, ma dall’urgenza che nasce da dentro, è una mamma, che è stata figlia, una nonna che scopre sempre di più il valore dell’infanzia, una cuoca, una ex bambina dagli occhi aperti, spesso stupefatti, e non solo per la miopia, che è consapevole di un mistero che ci sfugge e che ci accompagna, chiamiamola vita. 

6 - Quali sono i tuoi progetti futuri? Non potrei non scrivere; l’ho sempre fatto, ogni volta che studiavo, che preparavo lezioni, ogni volta che bisognava razionalizzare, rielaborare, guardare a se stessi e agli altri; per lunghi anni mi sono dedicata al mio lavoro di docente in scuole secondarie di secondo grado e di formatrice di docenti, non ho trovato il tempo per fare ciò che era necessariamente sospeso; ora è diverso, posso far venire fuori ciò che è dentro e che non conosco. Scrivere non mi dà la certezza di ciò che dirò, tira fuori ciò che sento in modo accennato come da un cilindro di un mago, povero mago, che mago non è. 

7 - Sarai un giudice severo al Premio Letterario? Avvicinarsi agli scritti degli altri prevede una dolce assunzione di responsabilità, leggiamo ciò che ci viene affidato e in cui l’altro ha creduto in certa misura. Il rispetto verso gli altri implica il rispetto verso se stessi e la rigidità non è, a mio avviso, una buona base di partenza. Certamente, bisogna poter apprezzare e, per questo, ci vogliono occhi e orecchie ben allenate, mediante la possibilità di far leva su tutto un background conoscitivo che ci ha plasmato ed educato. Chi ‘considera’ il valore degli scritti deve possedere questo solido retaggio; inoltre, c’è ciò che definisco la percentuale dovuta a se stessi, ovvero la possibilità di mettersi in sintonia, di percepire armonia, stupore, bellezza, che è diversa in ognuno, fortunatamente, e attiene al proprio gusto estetico e alla propria sensibilità letteraria.



Vi lascio una breve autobiografia dell'autrice!

Maria Virginia Basile è nata a Cosenza. Di formazione principalmente classica, ha insegnato Lingua e letteratura Inglese nei Licei. Si è occupata di formazione docenti presso l’Università della Calabria, ha effettuato corsi di lingua inglese per giovani, adulti e docenti, si è interessata a lungo di didattica CLIL, preparato e curato corsi per l’effettuazione di esami di enti certificatori linguistici internazionali. Ha al suo attivo pubblicazioni relative a tematiche di linguistica applicata, saggi e recensioni nella rivista letteraria de ilfilorosso, poesie, filastrocche, racconti e romanzi. Si è interessata di traduzione di libri dalla lingua italiana alla lingua inglese, soprattutto su tematiche di natura religiosa, tra cui il libro Natuzza di Paravati vol.1 di Valerio Marinelli (ed. Mapograf, VV, 2000). Ha ottenuto menzioni speciali in vari premi, sia nazionali che internazionali, risultata finalista e vincitrice dal 2017 in poi; ultimo premio, 3^ posto, è relativo a un monologo teatrale nel concorso internazionale ‘I Colori delle Parole’, ottobre 2024; ha presentato il suo libro ‘Da qualche parte il Cielo ti risponde, sulla strada di Paravati’ edito da ilfilorosso nel 2022, presso il Salone Internazionale del Libro di Torino 2023, stand regione Calabria. Poesie e racconti sono stati inseriti in opere collettanee. Ha pubblicato la silloge poetica ‘Binario 16’ collana I Grazianei ed. Ilfilorosso nel 2020; la silloge poetica in lingua italiana e lingua araba, traduzione a cura del professore Hafez Haidar, ed.Aletti nel 2023; la favola ‘Il più bel Natale al mondo’ ed. Ilfilorosso, 2022; il romanzo ‘La poltrona sul tetto’ ed. Ilfilorosso, 2023; il romanzo ‘Finestra su interno’, 2024. È membro di giuria in due Premi Nazionali fondati nella sua regione di appartenenza, uno dei quali è stato presentato lo scorso 11 ottobre nell’aula Caduti di Nassirya presso il Senato; ambedue i Premi sono dedicati alla memoria di intellettuali regionali che hanno lasciato una importante eredità artistica.


INTERVISTA A DAVID LUCIFER, AUTORE DELLA SERIE THRILLER "DETECTIVE WOLF"

0 comments